Marketing digitale, creazione contenuti, imprenditoria e mindset: tutto ciò che ti serve per far crescere il tuo business, una puntata alla volta. Sono Cecilia Sardeo, imprenditrice digitale con oltre 10 anni di esperienza. Dopo aver fondato e lasciato la branca italiana di Mindvalley, oggi aiuto imprenditrici a crescere in modo sostenibile, etico e proficuo. La mia forza? Semplifico strategie complesse in piccoli passi gestibili. Ascolta, lasciati ispirare e crea un business in linea con i ...
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300 Miliardi per Lavori di Strade, Autostrade e Ponti. 73° Podcast
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Manage episode 277033568 series 1435521
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Secondo uno rapporto, elaborato dal Servizio Studi della Camera, dall’istituto di ricerca Cresme e dall’Autorità anticorruzione, aggiornato al 31 maggio 2018 per le infrastrutture italiane servirebbero 317 miliardi di euro, di cui 166,3 solo per i lavori cosiddetti “prioritari”.
Il rapporto è stato elaborato quando ancora non si era verificato il disastro del Ponte Morandi di Genova e quando ancora la lente d’ingrandimento non era puntata con tanta insistenza sulle pecche delle infrastrutture italiane, che pure sono note da tempo.
Secondo il rapporto il 52,5% del costo per realizzare le opere strategiche, pari a 166,3 miliardi, è relativo alle cosiddette “opere prioritarie” in cui sono comprese infrastrutture strategiche già programmate in anni passati e nuovi interventi prioritari individuati con il Def 2017. Di questi, 84,2 miliardi sono relativi alle infrastrutture programmate prima del 2017 e 48,1 miliardi relativi a nuove priorità. Le infrastrutture prioritarie presentano uno stato di avanzamento più maturo rispetto alle non prioritarie. Si tratta principalmente di infrastrutture ferroviarie, stradali, metropolitane, porti, interporti, aeroporti e il Mo.S.E. Il 42,7% del costo di tali interventi, pari a circa 71 miliardi, riguarda le ferrovie; il 34,7% strade e autostrade (57,7 miliardi); il 15,8% i sistemi urbani (26,3 miliardi) e in particolare i sistemi di trasporto rapido di massa nelle regioni Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia (24,6 miliardi); il 2,1% gli aeroporti (3,4 miliardi);
l’1,5% porti e interporti (2,5 miliardi); il 3,3% il Mo.S.E. Il 58,2% del costo complessivo delle infrastrutture non prioritarie, pari a 87,7 miliardi, riguarda strade e autostrade, specialmente nuovi collegamenti autostradali.
Come sono distribuite le risorse? Il 55% del costo delle infrastrutture prioritarie, pari a circa 92 miliardi di euro, è localizzato nelle regioni del centro nord (dove si concentra il 65,7% della popolazione). Il 29% del costo (circa 48 miliardi) è riconducibile a interventi nelle regioni del sud e nelle isole (in cui risiede il 34,3% della popolazione). Il restante 16% del costo, pari a circa 26 miliardi, riguarda interventi riferiti, in misura prevalente, ai nuovi programmi di interventi diffusi sulle reti ferroviarie e stradali.
Approfondisci leggendo, guardando ed ascoltando direttamente sul blog >>> www.antonioleone.net
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Il rapporto è stato elaborato quando ancora non si era verificato il disastro del Ponte Morandi di Genova e quando ancora la lente d’ingrandimento non era puntata con tanta insistenza sulle pecche delle infrastrutture italiane, che pure sono note da tempo.
Secondo il rapporto il 52,5% del costo per realizzare le opere strategiche, pari a 166,3 miliardi, è relativo alle cosiddette “opere prioritarie” in cui sono comprese infrastrutture strategiche già programmate in anni passati e nuovi interventi prioritari individuati con il Def 2017. Di questi, 84,2 miliardi sono relativi alle infrastrutture programmate prima del 2017 e 48,1 miliardi relativi a nuove priorità. Le infrastrutture prioritarie presentano uno stato di avanzamento più maturo rispetto alle non prioritarie. Si tratta principalmente di infrastrutture ferroviarie, stradali, metropolitane, porti, interporti, aeroporti e il Mo.S.E. Il 42,7% del costo di tali interventi, pari a circa 71 miliardi, riguarda le ferrovie; il 34,7% strade e autostrade (57,7 miliardi); il 15,8% i sistemi urbani (26,3 miliardi) e in particolare i sistemi di trasporto rapido di massa nelle regioni Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia (24,6 miliardi); il 2,1% gli aeroporti (3,4 miliardi);
l’1,5% porti e interporti (2,5 miliardi); il 3,3% il Mo.S.E. Il 58,2% del costo complessivo delle infrastrutture non prioritarie, pari a 87,7 miliardi, riguarda strade e autostrade, specialmente nuovi collegamenti autostradali.
Come sono distribuite le risorse? Il 55% del costo delle infrastrutture prioritarie, pari a circa 92 miliardi di euro, è localizzato nelle regioni del centro nord (dove si concentra il 65,7% della popolazione). Il 29% del costo (circa 48 miliardi) è riconducibile a interventi nelle regioni del sud e nelle isole (in cui risiede il 34,3% della popolazione). Il restante 16% del costo, pari a circa 26 miliardi, riguarda interventi riferiti, in misura prevalente, ai nuovi programmi di interventi diffusi sulle reti ferroviarie e stradali.
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Il rapporto è stato elaborato quando ancora non si era verificato il disastro del Ponte Morandi di Genova e quando ancora la lente d’ingrandimento non era puntata con tanta insistenza sulle pecche delle infrastrutture italiane, che pure sono note da tempo.
Secondo il rapporto il 52,5% del costo per realizzare le opere strategiche, pari a 166,3 miliardi, è relativo alle cosiddette “opere prioritarie” in cui sono comprese infrastrutture strategiche già programmate in anni passati e nuovi interventi prioritari individuati con il Def 2017. Di questi, 84,2 miliardi sono relativi alle infrastrutture programmate prima del 2017 e 48,1 miliardi relativi a nuove priorità. Le infrastrutture prioritarie presentano uno stato di avanzamento più maturo rispetto alle non prioritarie. Si tratta principalmente di infrastrutture ferroviarie, stradali, metropolitane, porti, interporti, aeroporti e il Mo.S.E. Il 42,7% del costo di tali interventi, pari a circa 71 miliardi, riguarda le ferrovie; il 34,7% strade e autostrade (57,7 miliardi); il 15,8% i sistemi urbani (26,3 miliardi) e in particolare i sistemi di trasporto rapido di massa nelle regioni Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia (24,6 miliardi); il 2,1% gli aeroporti (3,4 miliardi);
l’1,5% porti e interporti (2,5 miliardi); il 3,3% il Mo.S.E. Il 58,2% del costo complessivo delle infrastrutture non prioritarie, pari a 87,7 miliardi, riguarda strade e autostrade, specialmente nuovi collegamenti autostradali.
Come sono distribuite le risorse? Il 55% del costo delle infrastrutture prioritarie, pari a circa 92 miliardi di euro, è localizzato nelle regioni del centro nord (dove si concentra il 65,7% della popolazione). Il 29% del costo (circa 48 miliardi) è riconducibile a interventi nelle regioni del sud e nelle isole (in cui risiede il 34,3% della popolazione). Il restante 16% del costo, pari a circa 26 miliardi, riguarda interventi riferiti, in misura prevalente, ai nuovi programmi di interventi diffusi sulle reti ferroviarie e stradali.
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l’1,5% porti e interporti (2,5 miliardi); il 3,3% il Mo.S.E. Il 58,2% del costo complessivo delle infrastrutture non prioritarie, pari a 87,7 miliardi, riguarda strade e autostrade, specialmente nuovi collegamenti autostradali.
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